DALLA CONFEDERAZIONE UN SEGNALE DI BUON SENSO
di Paolo Deotto
In tutto il mondo occidentale si usa dire che il popolo è sovrano, ma in particolare
Come era ovvio, sono iniziati i pianti delle prefiche addette ai lavori, perché i pensosi intellettuali politicamente corretti si preoccupano sempre se accade qualcosa che possa odorar di razzismo e xenofobia. “Preoccupato” si è anche detto il nostro ministro Frattini, mentre una rappresentante del Governo federale Svizzero ha detto che si tratta di “un voto contro i minareti e non contro gli islamici”. Francamente ci pare una dichiarazione un tantino bislacca, ma la riportiamo come l’abbiamo letta. E in ogni caso, se nella fattispecie qualcuno facesse notare che questa è una decisione popolare, non di questo o quel partito, c’è sempre l’ultima scappatoia, di recente inventata dal guru Scalfari Eugenio, che in una delle sue omelie recenti ci ha spiegato che gli italiani sono in maggioranza favorevoli a Berlusconi perché sono un popolo di cretini. Ergo, coloro che si considerano depositari della verità potranno sempre risolvere il problema dicendo che gli Svizzeri sono cretini.
Ma qui non ci interessa parlare dei rabbiosi conservatori della sinistra. Ci interessa piuttosto notare che accade sovente che il popolo, chiamato ad esprimere un giudizio, si dimostri più maturo e lungimirante dei politici che lo rappresentano. Né crediamo sia un caso che la nostra sacra e intoccabile Costituzione preveda solo il referendum abrogativo, prevedendo il referendum decisionale solo per le modifiche della Costituzione che siano passate solo a maggioranza semplice in Parlamento. In altre parole, più il popolo sta lontano dal potere, meglio è. È sufficiente che voti ogni tot anni, poi il resto è “cosa nostra”. Se nel recente caso della scandalosa sentenza di Strasburgo bisogna dare atto a molti dei nostri politici di essersi svegliati dal loro sonno divino nell’Empireo in cui vivono, è altrettanto vero che la reazione popolare in difesa del Crocefisso è stata di un’ampiezza che ha stupito tutti. Gli italiani sono insorti, rifiutando il parere di otto oscuri burocrati, che vorrebbero abolire un simbolo religioso e tradizionale che ormai fa parte integrante della nostra vita. E sono insorti facendo chiaramente capire anche un concetto che dovrebbe essere alla base della “democrazia”, ossia che non si può governare contro i sentimenti più profondi e radicati del popolo.
Ma torniamo al caso della Svizzera. L’Islam da anni sta invadendo in modo strisciante e continuo il mondo occidentale. Il cretinismo dominante, in nome della “libertà religiosa”, accetta e subisce con entusiasmo, arrivando a voler cancellare i simboli millenari del cristianesimo per non offendere gli islamici, i quali ci guardano sorridendo, perché non possono portare rispetto per i pusillanimi, incappaci di difendere le loro stesse radici. E in questo, solo in questo, sono da capire e approvare. Ma forse è il caso di ricordare alcune cose elementari:
- l’Islam è per sua natura violento, perché il sogno del califfato universale non è mai tramontato;
- se qualcuno si sforzasse di leggere il Corano si renderebbe conto che la conversione all’Islam degli “infedeli” (in particolare gli ebrei e i cristiani) è un dovere per ogni islamico, dovere da adempiere, laddove occorra, con la violenza;
- l’Islam nega la natura divina di Gesù Cristo, e già per questo è da dichiararsi eretico: perché dobbiamo “dialogare” con gli eretici? E per dialogare dobbiamo cancellare la nostra religione, la nostra tradizione, le nostre radici?
- Dove mai sta questa tanto celebrata “cultura islamica”, che ha prodotto il terrorismo, il terrorismo suicida, che ha visto padri commettere l’orrendo crimine di uccidere la propria figlia perché questa si era fidanzata con un occidentale e cattolico, che ha fatto delle moschee centri di reclutamento di terroristi?
- Dove mai sta questa tanto celebrata cultura islamica, che ammette la poligamia, che considera la donna poco più che un animale da riproduzione, comunque totalmente asservita all’uomo?
E potremmo andare avanti. Sto dicendo cose che tutti sappiamo, ma che non sta bene dire. Sarebbe davvero interessante vedere i risultati, se anche in Italia facessimo un bel referendum sulla costruzione delle moschee o dei minareti. Il popolo (sovrano) della Svizzera ha detto che non vuole più la costruzione di minareti. Non c’entrano nulla con la nostra cultura, la nostra tradizione, la nostra religione. E rappresentano comunque una realtà intrisa di violenza e prevaricazione. Ci siamo già scordati il sacrilegio operato da centinaia di musulmani, che per fare le loro preghiere rivolti alla Mecca hanno scelto, guarda caso, proprio il sagrato del Duomo? Siamo al corrente che per il buon islamico qualsiasi luogo usato per la preghiera diviene “territorio sacro” dell’Islam?
Il buffo è che quanti sono così ansiosi di scardinare dalla nostra Storia il cristianesimo e di prostrarsi davanti agli islamici, forse non si rendono conto che stanno spianando la strada, anche per loro stessi, a una futura società oscurantista, violenta, illiberale.
E questo capiterà a tutti. Forse noi cristiani dovremo tornare nelle catacombe, ma gli utili idioti politicamente corretti, che hanno poche idee ma ben confuse, così come coloro che hanno come ossessivo sogno la cancellazione del cristianesimo (uno dei progetti folli di Hitler), tutti questi signori non avranno abbastanza lacrime per piangere se ancora si farà di tutto per favorire la penetrazione islamica in Europa. Manca la ciliegina sulla torta: l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, così avremo un Paese islamico che sarà il più popoloso dell’Unione.
Ed è interessante leggere alcune dichiarazioni di eminenti figure dell’Islam:
“Allah è con noi … Controlleremo la terra del Vaticano. Controlleremo Roma e vi introdurremo l’Islam. Sì, i cristiani… pagheranno le loro tasse nella loro umiliazione, oppure si convertiranno all’Islam”. Dichiarazione rilasciata dall’imam wahabita Muhammad bin Abd Al-Rahman Al-‘Arifi sul sito www.islamonline.net a commento di quanto affermato sullo stesso sito dallo shaykh, residente in Qatar, Yusuf al-Qaradawi: “l’Islam ritornerà in Europa come conquistatore e vincitore, dopo esserne stato espulso due volte – una volta dal Sud, dall’Andalusia, e una volta dall’Est”
Ne volete un’altra? Eccola:
Dal Preambolo della Costituzione della Repubblica Islamica dell’Iran:
Compito di questa Costituzione è creare le condizioni per il radicamento delle convinzioni del movimento e il terreno favorevole affinché l’essere umano possa nutrirsi dei supremi valori della dottrina universale dell’Islam.
In considerazione dell’ispirazione islamica della Rivoluzione dell’Iran, che ha rappresentato un movimento verso la vittoria di tutti gli oppressi sugli oppressori,
Gli svizzeri hanno detto di no. Dimostrando che il popolo sovrano ha spesso più buon senso dei propri politici.
Anziché stracciarsi le vesti davanti a questa xenofoba vergogna, i politici, e non solo quelli svizzeri, farebbero bene a riflettere un pochino, ricordandosi che nulla avviene a caso.
Paolo Deotto, storico e saggista, da anni si occupa di studi storici, principalmente indirizzati sul Novecento. Nel 1996 è stato tra i fondatori del primo periodico di Storia diffuso in Rete, Storia in Network. Ha lavorato sia su siti tematici (Storia Libera, ISIIN) sia su Riviste (Storia Verità, Nova Historica, Radici Cristiane). Nel
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