EDITORIALE
Non ho certo la pretesa di fare “un bilancio” del 2009, ma penso che alcuni episodi recentissimi debbano indurci a fare alcune riflessioni, ed azioni, sempre più improrogabili.
E se permettete parto da quarant’anni fa. Ero allora un baldo giovanotto, studente universitario, e guardavo la vita con l’entusiasmo, e l’incoscienza, che si hanno a vent’anni. A quel tempo Don Luigi Giussani era ancora un uomo giovane, pieno di energie e con una lucidità di giudizio rara. E, giova aggiungere, questa lucidità si accompagnava con un amore per il prossimo che era difficile non avvertire, quasi come sensazione fisica. Del resto, chi non conosce l’opera educativa e di apostolato di Don Giussani? Ebbene, in una bella giornata d’estate, col sole che faceva splendere ogni cosa, conversavo con Don Giussani nell’appartamentino dove viveva allora, in via Martinengo a Milano. Mi disse: “Attento, stiamo per entrare in un’epoca di barbarie”. Ricordo che allora pensai solo che Don Giussani fosse un po’ catastrofista. Purtroppo, il tempo gli ha dato ampiamente ragione.
Perché Don Giussani vide in anticipo ciò che sarebbe accaduto? Non aveva la sfera di cristallo; aveva quella Fede assoluta, chiara, percepibile, che fa leggere con intelligenza i segni dei Tempi, perché solo l’uomo che si rende docile strumento nelle mani di Dio è in grado di capire quando si imboccano strade che portano verso il baratro.
Quanto aveva ragione!
E torniamo quindi ai giorni nostri.
Due episodi recentissimi, dicevo: l’aggressione a Berlusconi e il tentativo di “assalto” al Santo Padre (né si capisce con quali precise intenzioni) da parte di una donna, in San Pietro. Entrambi gli episodi, pare, sono opera di poveri dementi, e questo potrebbe già chiudere il discorso. I matti non sanno quello che fanno, punto e basta. E magari è proprio così. Ma il punto gravissimo è un altro. Leggo stamattina (sono le sette del mattino del giorno di Santo Stefano) che subito, come accadde nel caso di Berlusconi, spuntano come funghi su Facebook gli interventi di coloro, non si sa se più incoscienti, criminali o semplicemente imbecilli, che inneggiano alla donna che si era lanciata verso il Papa. E ripenso al fatto che pochi giorni fa, quando simili lodi erano state tributate al feritore di Berlusconi, e alcuni politici avevano chiesto interventi legislativi per controllare ciò che avviene nel mare magnum di Internet, si erano subito scatenate, da parte di altri politici, le fiere proteste contro la libertà di espressione.
Sicché abbiamo la presenza, chiassosa e prepotente, di due categorie: da una parte i malati di violenza, ed è improprio chiamarli belve, perché la belva uccide per legge di natura, per il suo nutrimento, né dispone di una morale. Sono invece essi qualcosa di peggio: persone perverse, spesso aiutate nella loro perversione da una stupidità senza confini. E la seconda categoria è costituita da quelle persone “per bene”, tant’è che spesso ricoprono cariche importanti, sono parlamentari, o magistrati, o i cosiddetti “intellettuali”, la cui mente è però così offuscata da far dire loro delle bestialità enormi, in nome della difesa di una “libertà” che non si sa più cosa sia. Come scordarci che dopo l’aggressione a Berlusconi ci furono parlamentari che ebbero l’incoscienza, e la malvagità, di affermare che, in fondo, la colpa era di Berlusconi stesso, che incita (perché, poi?) all’odio?. E vedremo nei giorni prossimi quali altre follie ci toccherà sentire sull’aggressione, per fortuna subito sventata, al Santo Padre. Magari i soliti politici incoscienti si asterranno dal dire altre scemenze, perché la figura del Papa è troppo elevata. Ma di già sono spuntati, come dicevo, le voci che su Facebook inneggiano alla violenza contro il Pontefice.
E in questo caos mentale e morale si annebbiano anche le menti di tante persone semplici, che di certo non farebbero mai male a uno mosca. Ma ascoltate le classiche “chiacchiere da caffé” e sentirete che non mancano coloro che, travolti da questo clima, seguono semplicemente l’onda, e ti dicono che Berlusconi in fondo “se l’è cercata…”. Cosa diranno nei giorni a venire circa il fatto accaduto in San Pietro? Staremo a vedere, in attesa che un Santoro o uno Scalfari ci aspergano con le loro pillole di saggezza, indiscutibili, totali, e soprattutto pacate e obiettive.
Caro, carissimo e grande don Giussani! Quanto avevi ragione! Nella barbarie siamo immersi fino al collo, in un Paese frastornato, dove la politica si è ridotta all’odio per l’avversario, e dove quest’odio, questo folle disprezzo per la vita altrui, sta contagiando tanta gente, appannando e sgretolando tutti quei valori morali su cui siamo sempre vissuti, e dando in cambio solo la dissoluzione, il nulla, il disastro.
Regna la confusione, il male è divenuto bene, e viceversa. E vogliamo deciderci a ricordarci, una volta per tutte, che la confusione è opera del demonio?
Né in altre parti del mondo stanno meglio. Nazioni europee cattolicissime approvano eutanasia, matrimoni tra pervertiti, e amenità del genere. Negli Stati Uniti, baluardo della libertà, un Presidente giovane e bello riesce a far votare in Senato una normativa sull’assistenza sanitaria. Bellissima cosa. Ma questo stesso presidente, appena eletto, aveva subito sblloccato somme ingenti a favore di enti il cui scopo, dichiarato, è la difesa del “diritto” di aborto. La difesa del diritto di uccidere. E anche il presidente giovane e bello dimostra che la sua mente è offuscata da questa confusione che si spande, questa sì, come la tanto conclamata, e mai avvenuta “pandemia” influenzale.
Berlusconi ha detto “perdono il mio aggressore” e “l’amore vince sempre sull’odio e sull’invidia”. Ha detto, né abbiamo motivo di credere che mentisse, che il suo Governo si ispira ai valori cristiani. Ma Berlusconi sa benissimo che deve fare comunque i conti con una maggioranza nella quale le idee sono tutt’altro che unitarie e tutt’altro che chiare.
Nella barbarie ci siamo, in pieno. È iniziata anni fa, quando il sessantotto ha insegnato che ogni capriccio può divenire “diritto”, è continuata col divorzio, stupendo strumento disgregatore delle famiglie, base della società, ha avuto il suo culmine con l’aborto, legittimazione del più perverso dei crimini, l’uccisone di un innocente assolutamente indifeso. Le premesse sono state date tutte, poi il seguito è stato consequenziale. Così come un inquinamento eccessivo e incontrollato ci porta a malattie polmonari, cardiache, tumorali, il ben più grave inquinamento delle coscienze ha scavato abissi nei cuori degli uomini.
Dobbiamo risvegliarci! Siamo noi la lampada che deve illuminare la casa, né essere messa sotto il moggio, e lo siamo non per presunzione, ma perché siamo guidati da una Saggezza che, sia ringraziato il Cielo, non è la nostra! Abbiamo avuto mille dimostrazioni di come una Società che dimentica Dio non possa che cadere in un abisso di orrori. Ci rendiamo conto che si sta realizzando quanto progettava il nazismo, come se la volontà demoniaca di Hitler agisse ancora, più forte di prima, perché la nostra poca Fede non è riuscita a ricacciarla nell’inferno da cui era stata generata? Blateriamo meno di democrazia, di costituzione, nascondiamoci meno dietro il paravento ipocrita del legittimismo, e rendiamoci conto che il “dialogo” può essere il peggiore degli inganni, se vuol dire la rinuncia a un solo millimetro dei valori cristiani. Un esempio per tutti: molti cattolici hanno contrastato l’uso della famigerata pillola RU486 solo perché… forse non era in regola con quanto stabilito dalle legge 194! Come se si discutesse se sia più lecito uccidere con il fucile piuttosto che con la pistola.
Riprendiamoci quello che è il nostro naturale fardello, che comprende anche il martirio, e usciamo dalle nuove catacombe in cui ci siamo nascosti per la nostra vigliaccheria.
Sappiamo, tutti, perfettamente una cosa: se questa società non ritrova come guida i valori cristiani, se non si riconoscono diritti (questi sì, non capricci) naturali, sui quali nessuno legislatore può decidere, abbiamo davanti solo, per noi e per i nostri figli, un avvenire sempre più intriso di sangue, di odio, di autodistruzione.
Il demonio ci guarderà soddisfatto, perché vedrà come la sua opera stia dando i frutti sperati.
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