CONFUSIONE - LETTERA APERTA AL DOTT. VITTORIO FELTRI


di Paolo Deotto








Caro dottor Feltri,

Le scrivo da lettore della prima ora del Giornale. È difficile scordare come, anni orsono, il Corrierone si fosse trasformato in una succursale dell’Unità e Indro Montanelli se ne andò con un gruppo di colleghi, fondando Il Giornale, che fu per lungo tempo l’unica voce non conformista nel panorama della stampa. Ricordo queste cose perché Il Giornale ha un posto importantissimo nella Storia nazionale, è sempre stato la voce di quanti non si riconoscevano in un grigiore intellettuale ammorbato dal desiderio servile dell’omologazione. E ora, da lettore fedelissimo penso di poterle esternare tutta la mia perplessità di fronte a un finto aperturismo intellettuale, che invece si trasforma, ahimé, in un appiattimento alle mode correnti.

Partiamo dalla signora Polverini, che ha tutto il diritto di dire ciò che vuole, ma pretende di unire questo diritto al fatto di proporsi come candidata del PdL per il Lazio. Se la signora Polverini è abortista, se vuole parificare le coppie di fatto a quelle sposate, liberissima di farlo. Ma, a parte che mi sembra che sia un po’ confusa, credo che non abbia ben chiaro che si rivolge a un elettorato moderato, fondamentale tradizionalista, anche se non necessariamente cattolico. Vedremo al voto che accadrà, se un disastro intellettuale e morale come la signora Bonino sarà sufficiente a garantire i voti a una destra che, ad essere generosi, mostra quantomeno un po’ di confusione.

Orbene, sul Giornale del 3 febbraio leggo un articolo di Giordano Bruno Guerri che comunica tutto il suo entusiasmo per questa “apertura in fondo così moderata”, liquida tout court come “estremisti” quanti si riconoscono nella difesa di Dio-Patria-Famiglia. poi, sullo slancio, si fa prendere dall’entusiasmo e si lancia anche in un’analisi delle caratteristiche del cattolico “moderno”, non senza aver fatto l’eccezionale scoperta che il voto cattolico è frazionato. Ma seguono altre eccezionali scoperte, fatte con un sistema di assiomi degno (mi si perdoni) dello specialista in omelie, Mons. Eugenio Scalfari. Apprendiamo che il cattolico non è più come una volta, si, vabbè, crede in Dio, ma non è più tanto sicuro che la parola di Dio venga necessariamente dal Vaticano o dal parroco. Tant'è che addirittura ci sono cattolici favorevoli all’eutanasia, e che comunque credono in un Dio misericordioso che alla fin fine perdona… Eccetera.

Teniamo un attimo in serbo questo discorso, per venire a un altro punto, solo in apparenza non pertinente.

Sul Giornale del 6 febbraio leggiamo un articolo di Alessandro Cecchi Paone che comunica con gioia una notizia che l’Italia attendeva con ansia: finalmente, grazie a un “simpatico ex fascistone come Ignazio La Russa” non sarà più interdetto a “gay e lesbiche” l’arruolamento nelle Forze Armate. Il Cecchi Paone, che chiaramente non parla da giudice imparziale, ci fornisce poi una dotta disquisizione sul valor militare già dimostrato nella Storia da tanti omosessuali, sicché ci viene quasi da chiederci come abbiano fatto finora le nostre Forze Armate ad andare avanti, e a fare anche ottime figure nelle missioni all’estero, senza questo apporto, irrinunciabile e prezioso, degli omosessuali. In un crescendo rossiniano di gioia e agitar di borsetta, il bell’Alessandro sottolinea che uno dei migliori eserciti al mondo, quello israeliano “è pieno di gay e lesbiche e ne va fiero”. Pensi un po’, caro Direttore, che io ero ancora convinto, da vecchio sergente di complemento, che un esercito in genere andasse fiero delle proprie vittorie, del valore dei soldati, delle strategie dei comandi. Mi sbagliavo. Un esercito va fiero del fatto di essere “pieno” di omosessuali dell’uno e dell’altro genere. Probabilmente il Cecchi Paone non ha considerato il fatto che un Paese in guerra permanente per la sua stessa sopravvivenza come Israele non può certo andar per il sottile negli arruolamenti. Ma si sa, la mano scrive per sovrabbondanza del cuore…

Ci tengo a specificare: il Cecchi Paone è liberissimo, come chiunque, di essere omosessuale e di gioire perché i suoi omologhi potranno diventare bravi soldatini. Fin qui, nulla da dire.

Il punto è questo, caro dottor Feltri: Il Giornale è da sempre un organo di opinione, non è il bollettino delle estrazioni del lotto o la gazzetta dei concorsi. Il Giornale da sempre rappresenta un elettorato moderato, che è quello che oggi definiamo (finalmente!) “di destra”. Ora, diciamocela francamente: se Il Giornale si fa portavoce di personaggi che dicono le stesse cose che dice una sinistra confusa e alla canna del gas, non crede che stia abdicando alla sua funzione?

Lei, che è uno dei giornalisti più esperti e capaci che abbiamo, sa perfettamente che c’è un abisso di differenza tra lo scrivere: “La signora Polverini ha detto questo e questo”, ed avere una delle proprie firme più prestigiose che tesse l’elogio della signora Polverini, e poi ci spiega anche come sono fatti i cattolici del giorno d’oggi. Sa perfettamente che c’è un abisso di differenza tra lo scrivere: “il signor Cecchi Paone è tutto contento perché le Forze Armate non respingeranno più gli omosessuali”, e invece dar spazio e ospitalità a un convinto entusiasta, non solo teorico, dell’omosessualità.

Si ricorda di quella che, ormai tanti anni fa, si definì “maggioranza silenziosa”? Esiste, esiste eccome, ma per accorgersene bisogna evitare di fare gli stessi clamorosi errori della sinistra, ossia di diventare intellettuali (o presunti tali) che pontificano dai loro comodi salotti, e che ora sono presi dalla smania di mostrare che la destra non è arretrata, tant’è che fa gli stessi discorsi della sinistra. Che bello. Ora siamo tutti uguali. Giordano Bruno Guerri forse non si è accorto di essere divenuto sponsor di quella Rosy Bindi (creata da Dio quando Egli si accorse che il Diluvio Universale non era bastato), la prima a inventare la categoria dei “cattolici adulti”, ossia di quei cattolici formato spray, che, fregandosene delle Parole del Papa, possono far di testa loro e poi fare i cattolici nel momento in cui gli fa comodo. La confusa signora Polverini, e il suo ammiratore Giordano Bruno Guerri, forse dovrebbero chiarire meglio a che serva ormai il matrimonio, viste le posizioni da loro sostenute. È il signor Cecchi Paone non deve proprio chiarire nulla, perché sappiamo benissimo su quale sponda si trova. Ma il Giornale dovrebbe chiarirci se intende aderire a quel fronte del conformismo che stava per far passare un’aberrante legge che addirittura faceva degli omosessuali una categoria privilegiata (vi ricordate la famosa aggravante per “discriminazione sessuale”?).

Certo, sappiamo bene che una parte di destra attende con ansia che Berlusconi si ritiri, o defunga, o si vaporizzi (anche se nessuno ha chiarito chi potrebbe sostituirlo). E intanto va a caccia di consensi con la stessa sicurezza di un viaggiatore che ha perso bussola, orientamento e navigatore satellitare. Il migliore (si fa per dire) esempio di tutto ciò resta il signor Gianfranco Fini, che sono convinto che si unga il torace e la schiena di grasso per poter più lestamente cambiare maglia. Ne ha una collezione completa.

Dicevo, caro Direttore: la maggioranza silenziosa è fatta da quella valanga di italiani che stanno riscoprendo sempre di più che la morale ispirata ai valori cristiani è l’unica che finora aveva dato stabilità alla società. Che ha le tasche piene di disquisizioni sugli omosessuali, sulle lesbiche eccetera, persone che nessuno ha mai perseguitato. Ma è semplicemente ridicolo dire che “sono uguali agli altri”. Che abbiano diritto al rispetto come tutti gli altri, chi lo nega? Ma NON sono come tutti gli altri, sono persone deviate, malate. La maggioranza silenziosa non va a far gazzarre di piazza, perché è fatta di persone che lavorano, che sperano ancora di poter allevare dei figli in modo normale, che faticano tutto il giorno facendo andare avanti questo squinternato Paese, e che non sono “estremisti”, come li definisce il Giordano Bruno Guerri, perché hanno fiducia in Dio, perché amano la Patria, perché amano la famiglia.

La Destra non può essere un “coso” che si contrappone all’altro “coso” rappresentato dalla sinistra. Se la Destra non è portatrice di valori, valori veri e fondati, che ci sta a fare? Chi si contrapporrà ai progetti devastanti che fiorirono nel nefasto Governo Mortadella per distruggere la famiglia (Pacs, Dico e mercanzia del genere)? Chi si contrapporrà alla strage degli innocenti, l’aborto, e al mostruoso progetto di eliminare i più deboli, i più malati, anziché dar loro assistenza e amore, l’eutanasia?

Che bello! Destra e sinistra si incontrano sulle teste degli Italiani, come tedeschi e sovietici nel bel mezzo della Polonia massacrata.

Vede, caro dottor Feltri, la maggioranza silenziosa, dicevo, non ama le gazzarre. Ma va a votare. Io sono milanese, sono un uomo di destra, e ho la fortuna di poter votare per un candidato come Formigoni, che da totale fiducia per la difesa di quei valori in cui credo, e che sono anche quelli (repetita iuvant) che hanno aiutato a costruire una società serena, solidale e laboriosa. Se fossi un elettore laziale, avrei di certo un bel dilemma: se escludo di poter votare una Bonino, che ha le mani macchiate del sangue di tanti bambini ammazzati, come posso però votare una Polverini, laddove questa volitiva donna si mette in concorrenza con la Bonino stessa? O vogliamo emarginare i cattolici dalla politica, affinché non rompano più le scatole? Ma ci rendiamo conto che stiamo parlando dei valori fondamentali della civiltà e della vita?

Qui chiudo, caro Direttore, e comunque auguro al Giornale un radioso avvenire. Dipenderà da Lei, dalle Sue scelte, e Lei è un uomo in gamba. Mi resta solo un quesito finale da proporle: che ci sta a fare Mario Capanna sulle colonne del Giornale? Mah!...



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