GUENON, LA MASSONERIA COME AVANSPETTACOLO


di Piero Vassallo



Eroe nella rovinosa guerra massonica contro il senso comune, René Guénon (1886 – 1951) appartiene alla storia del soggettivismo rovente e incontrollato.

La sua biografa, Marie France James, ne descrive la personalità posseduta “da un bisogno ossessivo di essere il primo … doveva vincere in tutti i campi … il suo temperamento era caratterizzato da nervosismo e sensibilità esasperata, alle quali si aggiungevano l'instabilità, l'impulsività e l'irritabilità … a tutto ciò bisogna aggiungere una suscettibilità esagerata e una forte sensualità” (cfr. “Esoterisme et christianisme autour de René Guénon”, Nouvelles Editons Latines, Paris, 1981).

L'instabilità emotiva e il narcisismo fecero di Guénon un uomo più adatto all'avanspettacolo che alla scienza. Egli infatti, acquistò fama a margine dei circoli teosofici (fondati dalla convulsionaria Elena Blawatskji) recitando, in spettacoli d'intrattenimento per signore tardo romantiche, la parte del vescovo autocefalo di una chiesa gnostica da lui fondata.

La fama di Guénon crebbe al seguito del successo strepitoso ottenuto dal romanzo esoterico “Bestie uomini e dei”, resoconto del viaggio immaginario di Ferdinand Ossendowski nell'oriente delle meraviglie ariane.

Ossendodowski, affiliato a una conventicola di occultisti, che praticavano assiduamente ginnastiche contro natura, narrava le sue sbalorditive e mirabolanti avventure nella città di Agharthi, l'Arcadia sotterranea dei mistici tibetani.

Guénon approfittò del clamore destato da Ossendowski nel pubblico degli evasionisti, per spacciare le sue carnevalesche dottrine in lucrose conferenze, organizzate per soddisfare il vuoto lasciato dall'apostasia.

Le grottesche conferenze su Agarthi, raccolte nel volume “Il Re del mondo”, sono il fondamento della ateologia mistica sviluppata da Guénon.

Disgraziatamente la leggenda intorno ad Agarthi dilagò dal palcoscenico spiritato alla Germania “ariana”, dove ispirò viaggi “scientifici” dei ricercatori nazisti in India.

Alcuni autorevoli studiosi hanno dimostrato la connessione delle fantasticherie di Ossendowki e Guénon con le elucubrazioni intorno alla “superiore” razza ariana.

Louis Pauwels ha addirittura deefinito il nazismo “guénonismo realizzato dalle divisioni corazzate”.

Rilanciato da alcuni intellettuali usciti dalle macerie del socialismo reale, Guénon è diventato rispettabile negli anni Ottanta e perciò degno di far parte delle biblioteche scintillanti del salotto buono, fra i testi di Nietzsche e le omelie di Scalfari.

La riflussa gloria e il dotto incenso degli intellettuali à la page, tuttavia, non bastano a far dimenticare la comica origine del guénonismo e il suo non occasionale passaggio nel sottosuolo dell'Europa irrazionalista e anticristiana. Sottosuolo ripulito e addobbato da prestigiosi architetti, ma sempre infrequentabile e osceno.



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