di Pietro Guerini
Nel numero del 31-12-2009 ho sottolineato come l’azione abrogativa referendaria sia l’unica via praticabile per travolgere la legislazione abortista italiana , alla luce delle caratteristiche del nostro ordinamento .
Ciò considerati il pericolo ( sia pur sopravvalutato ) di impopolarità che presentano nuovi interventi legislativi anche solo restrittivi in materia e la mancata previsione da parte dei costituenti e dei legislatori successivi , in sede di revisione costituzionale :
a ) di un diritto alla nascita , che avrebbe dovuto essere inserito tra quelli inviolabili di cui all’art. 2 della Carta e che avrebbe legittimato e legittimerebbe un intervento della Corte Costituzionale avverso la 194 e leggi analoghe ;
b ) di un diritto di veto ( vincolante e ripetibile , a differenza della facoltà generale riconosciuta dall’art. 74 Cost. ) da parte del Presidente della Repubblica nei confronti di leggi contrarie ai diritti dei non elettori , soggetti dal cui consenso i Parlamentari non dipendono , ed ispirate agli interessi di comodo degli elettori .
Ora , sottolineata la sostanziale esclusività dello strumento referendario sul piano costituzionale , qual è il quadro legislativo internazionale in materia e come si colloca in tale ambito la legislazione italiana ?
Un’analisi fondamentale ed alla quale comunque , da giurista , non posso sottrarmi .
Sinteticamente e cercando di non essere tedioso , individuerei 8 livelli :
1 ) aborto in ogni caso illegittimo ( Cile , El Salvador , Malta e Stato Città del Vaticano ) ;
2 ) aborto ammesso solo in caso di pericolo di vita della donna ( Irlanda , San Marino , Principato di Monaco , Andorra , Paraguay , Guatemala , Honduras , Venezuela , Filippine e altri ) ;
3 ) aborto ammesso in caso di pericolo di vita e di stupro della donna ( Brasile ) ;
4 ) aborto ammesso in caso di pericolo di vita , stupro e di pregiudizio per la salute fisica della donna ( Argentina , Ecuador , Costarica e altri ) ;
5 ) aborto ammesso in caso di pericolo di vita e di pregiudizio per la salute fisica della donna , nei primi 90 giorni solo per stupro , pericolo per la salute mentale e anomalie del feto ( Polonia e altri );
6 ) aborto pressoché libero nei primi 90 giorni , anche per ragioni socio-economiche , limitato successivamente ( Italia , Francia , Germania e altri ) ;
7 ) aborto ammesso per ragioni socio-economiche anche nel secondo semestre ( Inghilterra , Russia e altri ) ;
8 ) aborto pressoché sempre ammesso ( buona parte dei paesi dell’Est Europa , del Nord America e del Nord Europa ) .
A riguardo di tale ultimo livello , vorrei sottolineare che , a differenza di quanto avviene nei paesi orientali del nostro continente , sottoposti nel secolo scorso a decenni di socialismo reale ateista , negli USA ( nazione che conta 127 milioni di cristiani almeno settimanalmente praticanti su 300 milioni di abitanti ) i gruppi pro-life sono molto attivi ed il 50% della popolazione si è recentemente dichiarata favorevole a significativi interventi restrittivi in materia .
Il fenomeno nell’Est Europa è tale che in Russia , addirittura , i 2/3 delle gravidanze si traducono in interruzioni volontarie di gravidanza .
In tale quadro generale , che possibilità e fondamento ha un’azione abrogativa referendaria nel nostro paese , dove in un trentennio dall’entrata in vigore della 194 si sono registrati ufficialmente 5 milioni di aborti ?
Di primo acchito , è duro a morire nell’opinione pubblica il luogo comune secondo cui la L. 194 avrebbe combattuto il fenomeno dell’aborto clandestino , in realtà inalterato ( si calcola che non vi siano mutamenti numerici , 50 000 all’anno , anche perché molti aborti verrebbero praticati oltre il terzo mese senza la ricorrenza dei presupposti giustificativi previsti dall’art. 6 della legge in un clima di lassismo piuttosto diffuso e di assenza di controlli rigorosi ) .
Ma quando si entra nel merito del contenuto della 194 , il distacco tra legislatore e cittadini diventa molto sensibile .
Cito ad esempio un sondaggio Eurispes del 2006 , in base al quale :
-il 73,7% degli italiani non condivide che possa essere legale l’interruzione volontaria di gravidanza per mere ragioni economiche , sociali o familiari , come dispone l’art. 4 della legge per i primi 90 giorni di concepimento ;
-il 78% dei nostri connazionali esprime il proprio dissenso a che l’evento abortivo possa essere deciso solo dalla donna , quando l’art. 5 prevede che essa non sia neppure tenuta ad informare della sua decisione in tal senso il potenziale padre , anche se coniugata !
E’ di tutta evidenza che sono cambiate le condizioni rispetto a trent’anni or sono ( tale aspetto verrà da me trattato in modo approfondito nel prossimo articolo ) e che sono maturati i tempi per un’azione decisa contro la normativa vigente .
Un’azione tanto più opportuna in un periodo di particolare stabilità politica come quello attuale, con la sinistra in crisi e diverse formazioni di ispirazione cattolica escluse dalle due coalizioni, libere così di appoggiare con loro spezzoni o singoli esponenti iniziative eticamente sensibili ad apparente rischio di impopolarità come quella in oggetto, senza il timore di compromettere tale stabilità .
Ecco perché il 18-7-2009 , analizzato l’esito dell’elezioni europee , ho pubblicato su www.ladestrabergamo.it un intervento intitolato significativamente “ Una proposta di iniziativa concreta a favore della vita “ , con la quale intendevo per l’appunto farmi promotore di un nuovo referendum abrogativo della L. 194/78 in materia di aborto .
Da tale intervento nacque il 28-9-2009 il sito www.no194.org , il primo sorto con quello specifico obiettivo , nel quale fu riportato il giorno stesso l’originale manifesto dell’iniziativa a firma del sottoscritto che allego nel suo testo storico .
Nella seconda parte di tale manifesto , in particolare e come si può riscontrare , ho indicato gli aspetti procedurali essenziali dell’operazione , in linea con il tenore della legge sul referendum n. 352 del 1970 ( artt. 4 , 7 e da 27 a 40 ) .
Con la costituzione di un sito e di organismi operativi , assume un ruolo centrale sul piano tecnico la formulazione dei quesiti , da riportare da subito sui fogli vidimati che attesteranno le sottoscrizioni dei cittadini (art. 27) .
Un quesito avente come oggetto l’abrogazione dell’intera legge va sicuramente proposto , ma è indispensabile la formulazione di quesiti alternativi , nel fondato timore che il primo non superi il doppio vaglio della Cassazione e della Consulta .
Quesiti che dovranno prevedere , quanto meno , l’abrogazione dei sopra citati artt. 4 e 5 , singolarmente e congiuntamente , oltreché dell’art. 6 .
Il termine iniziale ideale per la raccolta delle firme ( che va effettuata in tre mesi e nel numero di 500 000 ) è stato da me individuato nel 1-3-2010 , affinché si potesse utilizzare un trimestre non estivo ( quindi con una piena capienza delle città ) anteriore al 30-9 , termine entro il quale quesiti e firme vanno depositati avanti la Corte di Cassazione ( art. 32 ) .
Solo in tal caso , la consultazione referendaria si potrebbe svolgere tra il 15-4-2011 ed il 15-6-2011, senza slittare a dopo le prossime elezioni politiche .
Nel prossimo intervento mi soffermerò sui presupposti politici dell’operazione .
Ringrazio sin d’ora per l’attenzione e ringrazio doppiamente chi vorrà aderire all’iniziativa , che rappresenta una vera e propria azione di riscossa cristiana contro l’offensiva laicista promossa anche in Italia negli scorsi decenni a scapito della nostra civiltà ( ispirata , anzitutto , alla tutela della vita ) e , nella fattispecie , dei soggetti più deboli , ridotti ad entità legalmente sopprimibili .
Un’operazione nella quale il nostro paese , per la sua storia particolare , deve assumere un ruolo di avanguardia , o meglio anche attraverso la quale esso deve riuscire ad elevarsi in ambito europeo al grado di civiltà di una nazione come l’Irlanda , che guarda da sempre con orgoglio e coerenza legislativa ai valori della nostra fede ed alla Chiesa di Roma .
APPENDICE
Manifesto dell'iniziativa referendaria per l'abrogazione della legge 194
no194.org
blog ufficiale del comitato per l'abrogazione della legge 194
UN’INIZIATIVA CONCRETA A FAVORE DELLA VITA
REFERENDUM ABROGATIVO DELLA L. 194 IN MATERIA DI ABORTO
1 ) PREMESSA
La funzione fondamentale dello Stato ( di qualunque tipo o forma ) è quella di provvedere alla
difesa dei soggetti più deboli .
In assenza dello Stato , una comunità è destinata ad essere soggiogata dalla ricchezza , della forza ,
dalla violenza , dal potere e da coloro che usufruiscono di tali prerogative , vale a dire i più ricchi ,
i più forti , i più violenti e i detentori delle posizioni di privilegio .
Il Cristianesimo per primo , a fronte di tale realtà oppressiva , ha sostenuto la centralità dell’Uomo
e degli ideali di eguaglianza dei diritti ( che gli ateniesi limitavano ai liberi , escludendo gli
schiavi ) , di fratellanza degli uomini ( riferita anche a coloro che aderivano a diverse
confessioni ) , fatto salvo il libero arbitrio , categoria soprattutto cattolica , vale a dire la libertà di
ciascuno di far le proprie scelte e di osservare o meno i precetti che quel grande ( quanto meno e
di fatto sul piano del coinvolgimento popolare ) movimento religioso ha suggerito ed affermato .
Appare , quindi , a dir poco incredibile che si possano contrapporre ideali illuministici ( intesi
come forieri della dea laicità ) e religiosi ( visti come indici di arretratezza oscurantista ) , in
quanto i tre princìpi fondamentali dell’illuminismo e della rivoluzione francese ( con tutte le sue
storture ) erano già stati proclamati dal Cristianesimo quasi due millenni prima della nascita di
quel movimento culturale .
Ora , chi è l’Uomo , da considerarsi oggetto della tutela statale e destinatario degli ideali di
eguaglianza , fratellanza e libertà ?
E’ pacifico che ciascuno di noi esiste a seguito della ricorrenza di due condizioni : il concepimento
e l’assenza di eventi letali , tra i quali deve annoverarsi , anzitutto ed oggettivamente , l’aborto non
spontaneo , vale a dire la volontaria interruzione della gravidanza .
Ed è pacifico , dunque , che un concepito , da un lato , va considerato a tutti gli effetti alla stregua
di un essere umano e , dall’altro , che è il più debole tra gli esseri umani .
Un concepito non guadagna , non compra , non occupa , non sciopera , non protesta , non ricopre
incarichi di potere .
Ciò premesso , non si riesce a comprendere come uno Stato possa ritenersi civile contravvenendo
alla sua funzione fondamentale sopra indicata ( la tutela dei soggetti più deboli ) e , pertanto , alla
tutela di un concepito .
E come possa essere , ad un tempo , ritenuta sacrosanta la configurazione dell’omicidio come un
reato ( uno dei più gravi ) e affermata la legalità di un atto abortivo .
L’aborto viene oggi considerato come un evento fisiologico , quasi ineluttabile .
Esso , in realtà , è un fenomeno di carattere strettamente culturale .
In Irlanda ( paese di solida ed orgogliosa tradizione cattolica , sottoposto a forti pressioni laiciste
da parte dell’UE ) è ammessa l’interruzione volontaria di gravidanza solo allorché sia in pericolo
la vita della madre .
E nell’isola verde ( alla faccia dell’aborto clandestino ) vi è un tasso di natalità 4 volte superiore a
quello che si registra in Francia , secondo paese dell’unione europea in questa graduatoria e che
risente positivamente al riguardo della massiccia presenza di immigrati di fede e cultura
mussulmana , oltreché di una seria politica assistenziale a sostegno della maternità .
Nei paesi dell’Est europeo , di contro , vi sono più aborti che nascite .
Voglio una società che consenta alle donne ( ed agli uomini ) di nascere ( e di sopravvivere,
pensiamo al caso Englaro ) senza attribuire ai genitori o ad uno di essi un diritto di soppressione ,
diritto che in Italia viene esercitato verso i nascituri del tutto liberamente , in particolare nei primi
90 giorni di concepimento ( ex art. 4 L. 194/78 ) a discrezione di un genitore .
Ed è del tutto anacronistico lottare per le pari opportunità della donna , per poi negarle il suo
diritto fondamentale , quello di nascere , leso mediante una via , quella abortiva , che colpisce
presumibilmente soprattutto il genere femminile , se è vero che la maggioranza delle nascite
riguarda quel genere .
Del pari è anacronistico condannare l’orribile piaga della pedofilia e ignorare o legittimare
l’estrema violenza che può essere commessa ai danni di un bambino , quella mortale , compiuta in
radice durante il concepimento ,resa palese nella sua drammaticità dalle sconvolgenti immagini
che riproducono l’atto abortivo .
Ancora , non ha senso esaltare le libertà dell’individuo al punto di estenderle alla soppressione non
inevitabile del prossimo inerte , al quale ultimo viene così negata ogni libertà .
Sono d’accordo sulla necessità di affrontare la piaga abortiva sul piano culturale ( spiegando nelle
scuole che forse sopprimere un feto non costituisce un atto di emancipazione femminile o una
conquista della nostra era ) e sul piano assistenziale ( garantendo un assegno statale alla madre già
dai primi mesi di gravidanza , come nobilmente proposto da un leader politico ) .
Però , da uomo di legge , ritengo che la promozione di un referendum abrogativo della legge 194 ,
che avrebbe ben maggiori possibilità di raggiungere il “ quorum “ di votanti di quante non ne
avessero già in partenza tutti gli inutili referendum promossi in Italia negli ultimi anni , sia
assolutamente indispensabile .
Un passo necessario per contrastare il genocidio di nostre e nostri connazionali ( nel numero di 5
milioni ad oggi, in 31 anni dall’entrata di vigore di tale osannata legge ) innocenti ed inermi , a
fronte di un immutato numero di aborti clandestini ( 50 000 all’anno ) , e per intervenire
restrittivamente sulla disciplina regolante e legittimante tale piaga .
Che le leggi non possano contribuire a modificare i fenomeni sociali lo trovo assai dubbio ,
ricordo per tutti il calo significativo di fumatori successivo all’entrata in vigore della normativa
introdotta dal Ministro Sirchia , che ha inciso su una condotta che produce addirittura
assuefazione .
In ogni caso , nella peggiore delle ipotesi , non avremmo il rimpianto di aver “girato la testa
dall’altra parte“ per usare parole già sentite , ma potremmo affermare di aver sollevato un dibattito
sulla revisione di una legge che viene incredibilmente considerata inattaccabile , un dibattito a
livello pubblico morto e sepolto da un trentennio , ed aver alimentato qualche riflessione
individuale in più sul tema oggettivamente principale per l’umanità : la vita per l’appunto .
Affinché un soggetto possa beneficiare di un incremento retributivo mensile di qualche centinaio
di euro o detrarre fiscalmente qualche migliaio di euro in più all’anno ( questioni sulle quali i
politici si azzuffano quotidianamente ) gli si deve anzitutto consentire di nascere .
2 ) MODALITA’ E TEMPISTICA DELL’INIZIATIVA
L’operazione referendaria si suddivide in 10 fasi :
a ) creazione di un sito ( www.no194.it ) ;
b ) costituzione di un comitato referendario ( comitato per l’abrogazione della L. 194 ) ;
c ) radicamento territoriale del comitato in strutture locali finalizzate alla raccolta delle firme ;
d ) formulazione dei quesiti ed espletamento delle formalità preliminari per la raccolta ;
e ) raccolta delle firme , da effettuarsi nel numero di 500 000 tra il 1-3-2010 ed il 29-5-2010 ;
f ) deposito di quesiti e firme presso la Corte di Cassazione entro il 30-9-2010 e vaglio da parte
della stessa ;
g ) controllo della Corte Costituzionale ( che si riunirà entro il 20-1-2011 ) ;
h ) indizione del referendum ( che dovrà svolgersi tra il 15-4-2011 e il 15-6-2011 ) da parte del
Presidente della Repubblica ;
i ) campagna referendaria ;
l ) referendum .
3 ) ATTIVITA’ PROPAGANDISTICA
Essendo l’iniziativa circoscritta all’abrogazione della L. 194 , tutta l’attività propagandistica che si
svolgerà durante essa e nelle sue diverse fasi dovrà avere come unico oggetto il tema dell’aborto
richiamando al limite i valori religiosi che fondano in un più ampio contesto la sacralità della vita ,
senza alcun riferimento a posizioni politiche o storiche generali ( qualsiasi possibile domanda al
riguardo dovrà rimanere priva di risposta , in quanto inammissibile e fuori luogo ) e ricorrendo a
tutte le ulteriori tematiche ed argomentazioni ( anche non strettamente religiose ) a supporto della
campagna referendaria e antiabortista sottesa , tra cui quelle riportate al punto 1 ) .
La polemica politica , di conseguenza , potrà essere utilizzata solo per replicare ad un attacco sul
tema nonché per sottolineare l’incoerenza dell’avversario e del suo partito di appartenenza tra i
valori generali che proclama ( egalitari , di tutela del più debole , della donna , dei minori , dei
valori cristiani e libertari etc. ) e la sua posizione specifica in materia di aborto , ciò per evitare
strumentalizzazioni degli avversari o divisioni interne al movimento e per favorire la più ampia
adesione di soggetti che condividano le ragioni di fondo dell’iniziativa .
Non potrà , quindi e ad esempio , ritenersi giustificabile e condiviso dal movimento referendario
qualsiasi intervento svolto sulla dialettica maggioranza-opposizione o effettuato per elogiare o
contestare l’operato del Governo o esaltare le posizioni di un partito se non sul tema in oggetto .
Posizioni sul tema che , ovviamente , le singole forze politiche avranno modo di ribadire
autonomamente prima , durante e dopo la campagna referendaria .
L’attività propagandistica sarà finalizzata ad informare sul contenuto della L. 194 ( con particolare
riguardo agli artt. 4 , 5 e 6 ) , a coagulare tutta la protesta riguardante anche solo singoli aspetti
della legge ( a partire dalla totale irrilevanza sulla decisione del ruolo del potenziale padre , che
non ha neppure un diritto conoscitivo , ed al carattere giustificativo attribuito a mere ragioni
economiche e sociali ) ed a sottolineare come il referendum sia l’unico strumento per ottenere
almeno la sua modifica , superando l’inerzia del Parlamento , che ha dimostrato e dimostra di fatto
di considerarla più intoccabile della Costituzione .
Il tutto , in tale ottica unitaria , senza che possa essere proposto a nome del movimento uno
specifico modello legislativo tra i vari ( grosso modo di 5 tipi , corrispondenti rispettivamente ed
in ordine sempre meno restrittivo a quelli cileno , irlandese , brasiliano , argentino e spagnolo )
meno tolleranti di quello italiano , tanto più poiché il referendum in oggetto ha natura abrogativa e
non propositiva .
Si invita , in ogni caso , ogni aderente all’iniziativa ad evitare di lasciarsi coinvolgere in
disquisizioni di carattere psico-sociologico o economico-sociale dirette a mascherare o sminuire
l’atto abortivo per ciò che esso oggettivamente è : la soppressione volontaria di un essere umano
inerme .
AVV. PIETRO GUERINI
vuoi inviare questo articolo a un amico? clicca qui sotto